Un paese giovane, che attira nuove famiglie e dove – diversamente da quanto accade in molti Comuni valligiani – gli abitanti sono in crescita. Un posto dove l’edilizia si sta riprendendo e dove l’Amministrazione ha disposto di investire 5 milioni in opere e servizi.
Eppure questi ultimi giorni del 2018 a Berzo sono connotati più dalle chiusure, con la rabbia di sindaco e cittadini. Dall’1 gennaio in paese non ci sarà più la banca, neppure con l’accesso ridotto concesso lo scorso anno. Le avvisaglie della crisi risalgono a dodici mesi fa, quando fu eliminata la filiale di Ubi Banca, lasciando solo la tesoreria con uno sportello aperto.
Un lumicino che nel giro di due giorni si spegnerà, senza possibilità di avere più nulla. «Ho parlato con tutti e ho chiesto almeno un’apertura part time ma ho ricevuto solo no – dice amareggiato il primo cittadino Ruggero Bontempi – e, dopo un anno di proroghe, chiuderà pure la tesoreria comunale. Eravamo disposti a rivedere tutto, concedendo anche i locali gratuitamente, ma non c’è stata trattativa: mi sembra una scelta controcorrente, perché Berzo Inferiore è un paese in espansione».
Per arginare il problema l’Amministrazione sta stringendo un accordo con Poste Italiane (che si trova nello stesso stabile, a 5 metri di distanza), venendo incontro alle esigenze in particolare degli anziani. «Ogni martedì – spiega Bontempi – c’è una persona che si occupa di conti correnti, mutui e investimenti e anche oggi (29 dicembre) sarà presente per ascoltare le esigenze».
Un’altra battaglia non vinta a Berzo è quella per il pediatra, con le famiglie costrette a portare i bimbi per le visite a Bienno, dov’è presente tre giornate e mezza a settimana, o a Cividate, dove c’è un giorno e mezzo. «Aspetto una risposta da Ats da tre anni – sbotta il sindaco -, mi dicono che si sono attivati ma l’incontro non c’è mai stato. Sono oltre 400 piccoli che si devono spostare e siamo in crescita. Chiediamo da tempo la revisione degli ambiti ma tutto è fermo».
Nel ’90 a Berzo c’erano 2mila residenti, saliti a oltre 2.500 oggi, con un «anomalo» più 25%.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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