A cosa serve un trampolino? Per tuffarsi in piscina, saltare sulla neve o, anche, debuttare nello spettacolo. A Borno, da due decenni, il Trampolino viene utilizzato per prendere e dare fiato e autonomia, per rinforzarsi, dentro e fuori, e per generare sorrisi, giochi e solidarietà per ragazzi in difficoltà.
Nonostante i problemi che tutte le attività di beneficenza devono affrontare, il progetto Trampolino della Fondazione Don Tarcisio Festa continua ad andare avanti e in questi giorni accoglie in una casa vacanze dell’Altipiano tredici giovani tra i 6 e i 13 anni. Hanno tutti qualche difficoltà di tipo fisico o mentale: perché hanno subito un trapianto d’organi o hanno disabilità intellettive. Visti insieme, nel grande prato all’esterno, nella sala gioco o a pranzo sono dei ragazzini che hanno solo voglia di giocare e stare insieme, imparando, per quanto possibile, a essere più autonomi.
Per molti di loro i dodici giorni del Trampolino sono la prima esperienza lontano dai genitori. Ma anche per le famiglie, che non vedono i loro figli per quasi due settimane, è una grande prova di forza. A prendersi cura dei ragazzi, che provengono dal Bresciano e dal Torinese (in passato sono arrivati anche dall’estero), è una nuvola leggera di volontari: ci sono medici, educatori, psicologi, infermieri, assistenti e animatori, che magari prestano la loro opera per un solo pomeriggio (come il burattinaio che ieri pomeriggio ha strappato sorrisi a tutti)
In regia ci sono il presidente della Fondazione Don Tarcisio Festa, Marco Franceschetti, e Franco Tovagliari, psicologo d’origini varesine ma camuno d’adozione, oggi in pensione e perno scientifico dell’operazione. Per tutti la regola è unica: la gratuità, perché questa esperienza possa continuare. «È la magia della solidarietà – afferma Franceschetti – che pervade ogni attività e ci permette di andare avanti».
A differenza del passato, quando a intervenire erano le istituzioni pubbliche e i grandi gruppi bancari, il progetto oggi è sostenuto da gesti piccoli e grandi, dalle donazioni di Rotary e Lions, al 5 per mille, alla Fondazione Comunità bresciana e la condivisione delle comunità. Come quella di Borno: domenica la nuova Amministrazione ha visitato la struttura, il Cai dà supporto organizzativo, le attività commerciali del paese si mettono a disposizione. Su quel trampolino, nell’estate 2018, ci sono 13 ragazzini e 18 operatori ma, in fondo, potremmo esserci un po’ tutti: basta poco, a volte solo un sorriso.
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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