Ci sono realtà, anche in Valcamonica, che lavorano da tempo su temi che, a un primo approccio, sembrano di livello molto alto, ma che possono trarre beneficio pure da uno sguardo più locale. Parlare di disarmo prefigura scenari internazionali, personaggi alla guida delle nazioni più forti e interessi economici che valicano i confini dell’Italia. Figuriamoci quelli della Valcamonica. Eppure il tema del disarmo può avere una sfumatura anche più tenue, la sensibilizzazione ha un senso pure se attuata nei territori più piccoli e chiusi. Sta avvenendo così, negli ultimi mesi, per il manifesto per il disarmo nucleare «Italia ripensaci», che ha già visto l’adesione di alcuni Comuni della provincia (come Brescia, Gussago e Castegnato) e camuni, a cominciare da Malegno e Cevo, che hanno portato in Consiglio comunale la delibera. Impegno che proseguirà, nelle prossime settimane, anche in alcuni altri municipi, come a esempio Cerveno, Berzo Demo, Braone e Losine, che hanno già dichiarato di condividere l’iniziativa e agiranno di conseguenza.
L’obiettivo dei promotori camuni, con in testa il sindaco di Malegno Paolo Erba, è di trovare un momento di condivisione univoco in cui firmare tutti insieme pubblicamente in Valcamonica la campagna, per dare visibilità e sostanza all’iniziativa. Esattamente com’è avvenuto nelle scorse settimane a Gussago, dove hanno sottoscritto il manifesto per il disarmo nucleare «Italia ripensaci» i primi cittadini di Gussago, Caino, Palazzolo, Rezzato, Collebeato, Botticino e Roncadelle.
Gli ordini del giorno che Malegno e Cevo hanno già approvato si esprimono a favore dell’adesione dell’Italia al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e partono dal presupposto che la costruzione di un mondo libero dalle armi nucleari sia un obiettivo comune da perseguire anche negli enti locali più periferici.
«Il nostro impegno – spiega Erba -, oltre ad aderire alla campagna Italia Ripensaci, è convocare un Consiglio comunale aperto sul tema, per invitare tutti i cittadini a firmare un’apposita cartolina sul disarmo, e porre i nostri nomi in calce al Trattato, come atto simbolico da comunicare al presidente del Consiglio». Il 7 luglio, primo anniversario dell’adozione del Trattato, si vorrebbe consegnare al presidente del Consiglio «una valanga di cartoline e di ordini del giorno approvati dai Comuni».
dal giornale online: giornaledibrescia.it – Valcamonica
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