Hanno fatto 350 chilometri per vedere i parchi nazionali di Capo di Ponte, ed hanno trovato chiuso. E’ successo domenica 12 febbraio, ma purtroppo non è la prima volta che turisti che arrivano da ogni parte d’Italia trovano il parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane e dei Massi di Cemmo chiusi. Lo resteranno per tutte le domeniche di febbraio e marzo, comunica la direzione. Manca, infatti, personale. I dipendenti sono rimasti in 10 dei 18 che erano. Troppo pochi per garantire l’apertura full time del parco. Ma a questo punto l’Agenzia turistica di Capo di Ponte, braccio operativo dell’amministrazione comunale sul fronte turistico, e lo stesso sindaco, non ci stanno più. Come si può fare turismo e valorizzare un sito Unesco in questo modo. Guarda caso, dove si è aperta la collaborazione con il comune – vedi al Museo Preistorico – e dove i parchi sono comunali questi problemi non ci sono. Tutto questo perché con il Mupre, gestito dal coordinamento regionale dei musei, l’agenzia e gli amministratori hanno aperto da anni una collaborazione che permette di gestire la carenza di personale delle strutture, il parco comunale di Seradina e Bedolina è gestito direttamente in loco. Si potrebbe fare la stessa cosa anche per i parchi nazionali, dicono gli amministratori che aspettano risposte anche dal distretto culturale di Valle Camonica e dal coordinamento del sito Unesco. Per ora non ne hanno avute anche se nelle prossime ore è prevista una rinione. Intanto il comune di Capo di Ponte ha deciso di autospendersi e i non versare più la quota al Distretto culturale.

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