Cinquecento parti all’anno sono «una soglia del tutto arbitraria e inidonea a descrivere la realtà ospedaliera territoriale e, comunque, eccessivamente rigida». Quindi, caro ministro Lorenzin, riveda per cortesia gli standard per la valutazione dei punti nascita, che così non va. Suona più o meno in questo modo la lettera che, a firma del governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni e del presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi, è stata sottoscritta ieri da 55 amministratori e anche da parecchi semplici cittadini. Verrà spedita a Roma, destinazione ministero della Salute, presumibilmente martedì. Ribadendo la volontà di mantenere in vita il reparto nascite all’ Ospedale di Piario. Nel testo di Maroni e Rossi, «il buon senso e la difesa del territorio non hanno colore politico», si chiede al ministro Beatrice Lorenzin di «strutturare un aggiornato e più articolato modello analitico, preordinato alla raccolta di dati funzionali alla contestualizzazione di ciascun punto nascite entro il quadrante socio-territoriale in cui opera, al profilo della soddisfazione dell’utenza ed alla appropriatezza dei trattamenti: ciò in vista del definitivo superamento della ormai obsoleta logica sogliare».Nella lettera si ricorda come la soglia dei 500 nati/anno sia stata introdotta negli anni 60-’70 e «costituiva, di tutta evidenza, già allora un dato aspecifico e scarsamente indicativo. A maggior ragione tale dato appare difficilmente contestualizzabile nel quadro attuale». Il documento prosegue poi affrontando il tema del calo demografico degli ultimi anni. Gli screzi tra il presidente Roberto Maroni e l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera da una parte e Capelli dall’altra restano sotto traccia. «L’unica questione che va curata, ora – ha detto Capelli nel suo intervento –, è che la richiesta di mantenimento del punto nascite sia supportata da una documentazione adeguata».

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