Stop allo stop sui punti nascita, non si chiude più o perlomeno non ancora. Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, ieri ha scritto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Sospendendo anche gli incontri già programmati per settimana prossima con i direttori generali delle Asst: per fissare l’ inizio del processo di chiusura dei punti nascita di Piario e di altri tre ospedali lombardi. Tutto congelato, almeno per ora. Piario non raggiungerà nemmeno quest’anno la soglia «di sicurezza» dei 500 parti, che avrebbe messo al riparo senza se e senza ma dal rischio sopravvivenza del punto nascita. Ma «siamo fiduciosi» afferma l’assessore Gallera. Mentre si decide a chi tocca decidere, l’Alta Valle Seriana si solleva, il mondo politico locale interviene, la partita si riapre e si congela l’iter di chiusura. Lorenzin aveva annotato: «Aspettiamo, disponibili, ulteriore documentazione e nuovi elementi istruttori da parte della Regione per una nuova valutazione». E qui già si erano aperti spiragli. Ieri, anche di più: Gallera congela il fischio d’inizio e scrive a sua volta alla ministra: «Siamo pronti a fornire l’eventuale documentazione aggiuntiva necessaria» per ottenere la deroga e siamo «disponibili a fissare un incontro il prima possibile per confrontarci sulla questione». Però bisogna ancora capire a chi tocca decidere. E non parrebbe così chiaro. Perché secondo il governatore Roberto Maroni: «Il ministero della Salute ci impone di chiudere i punti nascita. Io volevo tenerli aperti, avevo chiesto al governo la deroga alla chiusura, pronto a investire risorse per metterli in sicurezza. È il governo che ha deciso di chiuderli, chiaro?» spiega sul suo profilo Facebook. E l’assessore Gallera sottoscrive: «Roma ha valutato la documentazione da noi inviata e ha dato parere negativo. Nessuno ci ha chiesto integrazioni». Per chi vive in alta Val Seriana e in Val di Scalve il punto nascita è considerato fondamentale per evitare di dover percorrere anche 40-50 chilometri : «Noi arriviamo da Vilminore – racconta in corridoio un giovane diventato papà da poche ore – senza Piario le uniche alternative sarebbero state Esine o Alzano, decisamente fuori mano. E poi qui ci siamo trovati bene, l’assistenza è stata perfetta». E un’altra giovane mamma della Val Seriana, mentre spinge nel cortile il passeggino con il secondo figlio, commenta: « ho partorito in un’ora e mezzo: senza la struttura di Piario, probabilmente il mio bimbo sarebbe nato in macchina mentre scendevo a valle. E chissà a quante altre donne potrebbe capitare, una chiusura del punto nascita farebbe davvero più male che bene alla nostra gente».

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