Alle 10,30 di mercoledi 30 novembre il cutter usato per uccidere Gianna Del Gaudio è tornato di nuovo sotto le lenti dei laboratori del Ris di Parma: i carabinieri specializzati nelle ricerche scientifiche hanno dovuto analizzare la minuscola traccia di Dna che appartiene al marito della vittima, Antonio Tizzani, tra l’altro unico indagato (anche se a piede libero) del giallo di Seriate. Proprio questa nuova traccia, inizialmente non emersa, è stata analizzata a fondo, per capire se si tratti di sangue, saliva o sudore dell’ex capostazione. Di conferme non ne sono ancora arrivate: serviranno ulteriori esami e altre analisi. Probabilmente gli esiti si avranno la prossima settimana. Ieri nei laboratori del Ris dell’Arma era presente anche il genetista Giorgio Portera, tra l’altro ex ufficiale proprio di quel reparto dei carabinieri e ora consulente di parte dell’unico indagato, Tizzani, incaricato dall’avvocato Giovanna Agnelli. Trattandosi di esami cosiddetti «irripetibili» la presenza del perito era fondamentale per evitare l’eventuale futuro annullamento di una potenziale prova in sede processuale. Ora sarà fondamentale capire la tipologia della traccia genetica del marito: in base a questo risultato, le indagini potrebbero imboccare direzioni differenti. «Il fatto che ci possa essere il Dna di mio papà su quel coltellino non mi stupisce più di tanto: se era in casa, potrebbe essere stato appoggiato da qualche parte ed essere stato contaminato da qualche traccia genetica sua», dice Paolo Tizzani, uno dei due figli della coppia, quello che abita più vicino alla villetta dei genitori.
. Sulla vicenda ci sono ancora tanti, troppi punti oscuri. A partire dalla collana che l’ex prof di 63 anni indossava sempre e che non si trova più dal 26 agosto scorso, il giorno dell’omicidio. «Non so se l’avesse quella sera a cena – racconta Paolo –: noi non c’eravamo e mio papà e mio fratello Mario non ci avevano fatto caso. Mio papà dice che facevano sempre delle foto alle varie cene, mentre quella sera, per combinazione, no. Forse mia mamma l’aveva nascosta da qualche parte, chissà. Io mi pongo domande tutti i giorni, da ormai più di tre mesi, ma sembra che in questa vicenda non ci sia spiegazione.

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