Valcamonica, Val di Scalve e Sebino bresciano, che fanno parte dello stesso Gal, gruppo di azione locale, uno dei 18 regionali, tra i più attivi, sono esclusi dal finanziamento del programma Leader Psr 2014/2020. Sfumano così 6 milioni 700mila euro previsti dalla misura 19 per lo sviluppo locale. La prima graduatoria del 29 luglio scorso comprendeva anche il Gal camuno-sebino-scalvino: ora, per un dichiarato vizio di forma da parte della struttura dirigenziale dell’Assessorato all’Agricoltura di Regione Lombardia, il Gal si trova escluso con atto definito “dirigenziale”. Dall’approvazione della graduatoria all’esclusione del Gal ci sono stati incontri presso l’Assessorato con delegazioni tecniche che hanno approfondito i termini giuridico-operativi: la costituzione di una società gestore dei fondi, la presenza di un Consiglio di Amministrazione che rappresenti la maggioranza del privato (4 su 7), il capitale privato rappresentato nella compagine societaria non superiore al 49%, in analogia al pubblico. Nel frattempo il Gal si era adoperato per costituire un nuovo Gal, come richiesto e condiviso con la struttura dell’Assessorato regionale. Dopo una serie di incontri definiti come tecnico-operativi, è arrivata la doccia fredda: alle conferme verbali, secondo il Gal, sarebbe seguito un completo cambio di rotta che ha portato all’esclusione dal bando. La motivazione dell’estromissione sarebbe il presunto non rispetto dell’articolo 32, paragrafo 2, lettera b del regolamento UE 1303/13 da parte del Gal che in una lettera molto circostanziata inviata al presidente Maroni, all’Assessore all’Agricoltura, agli Assessori e Consiglieri bresciani in Regione ed ai Parlamentari camuni ha puntualizzato l’intera vicenda ricostruendo sia il lavoro fatto in istruttoria che le procedure adottate. Il ricorso al Tar è stata la scelta obbligata che Bim e Gal hanno dovuto fare, evidentemente in buona compagnia visto che ben 7 Gal su 15 hanno fatto ricorso. Intanto i tempi di attuazione del Psr che doveva partire nel 2014, sono destinati ad allungarsi con grave danno per la montagna. La lettera documento riporta poi una considerazione secondo la quale “aprire l’esperienza dei progetti Leader con il 50% delle candidature che hanno presentato ricorsi amministrativi offre un chiaro indicatore di come Regione Lombardia ha lavorato su questo campo”. Ora la parola passa al Tribunale amministrativo, mentre la politica è stata invitata a fare la sua parte.
dal giornale online: Più Valli TV
Leggi tutto: http://ift.tt/2g6jK5a