Quattro aziende sequestrate e sei persone in manette. Trattavano e raccoglievano rifiuti pericolosi pieni di nichel, ossido di nichel e pcb, gli scarti del lavaggio delle navi. Poi li "trasformavano" sulla carta in materiali ferrosi e li rivendevano alle acciaierie del Nord Italia che, inconsapevolmente hanno usato nella produzione materiali pericolosissimi. Tutto questo con la complicità di alcuni addetti alla certificazione delle acciaierie. C’è anche la Visinoni di Rogno al centro dell’inchiesta dei Ros che ha portato al sequestro di quattro aziende e all’arresto di sei persone. Le aziende coinvolte nel riciclaggio di rifiuti pericolosi oltre alla Visinoni sono la Val-Ferro di Prevalle, la Montini di Sabbio Chiese e la Ecoplanet. Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti pericolosi e inquinamento (accusa contestate per la prima volta da quando il traffico di rifiuti è configurato come reato) sono finiti in manette Roberto Montini, il figlio Nicholas, Rudi Tonni e Floriano Angelo Borra, il veronese Angelo Carugati e il bergamasco Maurizio Visivoni. Per alcuni di loro sono stati disposti i domiciliari E’ stata disposta l’interdizione dalle funzioni amministrative per Marinello Visinoni, fratello di Maurizio, e per Alberto Carlo Guizzetti. Nell’inchiesta sono finite sotto indagine altre sei persone. In totale, quindi, sono 12 le persone indagate, cinque sono ai domiliari, una è finita in carcare, per gli atri non sono scattate le misure cautelari. L’operazione che ha portato a scoprire questo traffico è stata condotta dai carabinieri dei Ros, coordinata dalla Procura di Brescia. "Vi era un patto scellerato tra chi raccoglieva il materiale di scarto delle fonderie che conteneva sostanze pericolose e chi trasportava" ha spiegato il Procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno. "Stiamo parlando di persone più pericolose dei narcotrafficanti" ha aggiunto il procuratore aggiunto Sandro Raimondi, titolare dell’inchiesta. I rifiuti contenevano Pcb e Nichel.

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