I toni sono quelli della Lega Nord. Dritti al punto. “Basta un No per mandare a casa Renzi”. Questo lo slogan scelto dal Carroccio per la campagna contro la riforma della Costituzione proposta dal Governo. Insomma il referendum per la Lega Nord è l’occasione non solo per impedire una pericolosa deriva autoritaria dell’uomo solo al comando con un solo partito, ma anche per portare i cittadini di nuovo alle urne per scegliere da chi vogliono essere governati. Il Carroccio ha avuto modo di ribadire la sua posizione nel convegno organizzato domenica scorso, dalla segreteria provinciale di Valle Camonica. Le ragioni del No sono quelle che accomunano le opposizioni: la riforma è imposta da un Governo non eletto dai cittadini, da un Parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale, da una maggioranza che mira ad accentrare nelle mani di pochi ancora più poteri e nello Stato ancora più funzioni, a discapito delle opposizioni, dei cittadini, delle autonomie locali. E ancora un Senato non eletto e non coinvolto nel bilancio e nella finanza pubblica. Un percorso, intrapreso con l’abolizione delle Province che continuerà con le Regioni, inverso in poche parole a quello del federalismo, dove i primi tremari devono essere i territori di montagna e di conseguenza anche la sanità di montagna. Le competenze delle Regioni secondo la riforma, con la modifica dell’articolo V della Costituzione, possono essere prese della Stato applicando la clausola di supremazia. Tra queste, la tutela della salute, ma non solo. L’idreolettrico, l’ambiente, la scuola, i trasporti.
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