C’era l’ASL di Valle Camonica. Istituita con apposita legge regionale nel 1997, unica nel suo genere gesstiva congiuntamente servizi territoriali ed ospedali. C’è l’ATS della montagna. L’agenzia per la tutela della salute nasce nel 2015. La Valle Camonica ne fa parte. In questa fase degli ospedali si occupa l’ASST. Cosa cambia per gli utenti? Sostanzialmente nulla. Ai cittadini interessa che i servizi e la sanità funzionino. Parte da qui la riflessione della CGIL Valle Camonica Sebino che in questi giorni ha divulgato un documento attraverso il quale chiede alle istituzioni, agli enti, alla politica locale di superare le sterili polemiche in merito alla riforma sanitaria – che certamente ha delle criticità, dice la CGIL – perché ai cittadini – dice il segretario Gabriele Calzaferri – interessa l’efficienza del servizio. Bisogna quindi – secondo la CGIL – guardare avanti e rivalutare il tavolo tecnico nato nei mesi scorsi con l’obiettivo di presentare in regione le istanze della sanità del territorio. L’obiettivo, infatti, è quello di superare quelle criticità che sono da sempre presenti sul nostro territorio: la mobilità passiva, l’integrazione fra il lavoro degli ospedali e le altre strutture con l’obiettivo di prendersi cura della persona, lavorare sulla prevenzione, stabilire funzioni e prestazioni dei due nosocomi. Basta dunque dibattiti sul ruolo dell’ATS – dice la CGIL camuna – insieme va rivendicato il suolo della sanità di montagna attraverso i tavoli esistenti per portare in Regione proposte concrete per migliorare il servizio.

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