Sciopero e presidio anche alla Sacci di Tavernola questo venerdì, come in tutti gli altri stabilimenti del gruppo Sacci Cementir . E’ questa la risposta delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori all’incontro sfumato questo mercoledì a Roma, incontro che le controparti avevano richiesto al gruppo di Caltagirone in seguito all’annuncio di 190 esuberi – 14 di questi a Tavernola – che si aggiungo alla settantina di lavoratori per cui è già stata avviata la procedura di licenziamento. Le organizzazioni delle costruzioni di CGIL CISL e UIL intanto chiederanno un incontro urgente alle regioni interessate (oltre alla Lombardia anche Abruzzo, Campania, Piemonte, Puglia, Lazio, Marche Toscana) e un icontro urgente al ministero del lavoro. Quello di questo martedì alla Unionindustria di Roma è sfumato perché i Caltagirone pretendevano di sedersi a due tavoli distinti per la Cementir e la Sacci che di fatto ora sono un unico gruppo dopo l’acquisizione del gruppo cui appartiene anche lo stabilimento bergamasco dalla Cementir Italia per 125 milioni di euro nel luglio scorso. "E’ impensabile – dicono le organizzazioni sindacali – affrontare i problemi di queste aziende in modo separato". Ecco dunque il via alle proteste già annunciate nei giorni precedenti l’incontro di questo martedì. A Tavernola, dove gli esuberi sarebbero 14, i lavoratori aderiranno allo sciopero di questo venerdì e presidieranno i cancelli della fabbrica insieme alle organizzazioni sindacali. A metà mattina si muoverà un corteo verso il comune dove sindacati e lavoratori saranno ricevuti dal sindaco. L’amministrazione comunale della cittadina bergamasca si è sempre dimostrata particolmente sensibile alle problematiche legate allo stabilimento del paese. Intanto questo giovedì sono in programma le assemblee in tutte le fabbriche del gruppo e non è da escludere che la prossima settimana vengano presidiate anche le sedi delle regioni dove hanno sede gli stabilmenti del gruppo. Le richieste del sindacato sono chiare: "La Cementir deve dimostrare di avere senso di responsabilità, deve ritirare i licenziamenti, bloccare le esternalizzazioni e presentare un piano industriale serio e fattibile. Non è possibile – concludono CGIL CISL e UIL che il quarto polo del cemento itaiano per essere competitivo mandi a casa 260 persone".
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