Questo sabato si è riunito in Prefettura a Brescia, il Comitato per l’ordine e la siucurezza. Primo punto all’ordine del giorno, lo stupro di Chiari. Un fatto gravissimo che rimette in strada e in piazza, la paura. La paura di essere donne e trovarsi sole in zone isolate o buie. Il terrore di imbattersi nel branco. In attesa che le indagini facciano chiarezza sulla denuncia presentata ai carabinieri di Chiari di una 22enne del posto che accusa tre richiedenti asilo politico pakistani di averla violentata nel parco delle Roggie intorno alla mezzonette di lunedì, il tavolo che ha visto la partecipazione del procuratore generale Pierluigi Dell’Osso e del sindaco di Chiari Massimo Vizzardi, accanto alle forze dell’ordine, ha avuto al centro il delicato equilibro tra l’accoglienza di profughi e la percezione della sicurezza. Alla base della violenza appurata dai medici ma per la quale ancora il giudice ancora non ha convalidato l’arresto ai tre pakistani che affermano di avere avuto rapporti consenzienti con la giovane, c’è una costante che purtroppo ritroviamo ogni giorno sulle pagine dei giornali: la violenza di genere. E’ questo il nemico da combattere per il comitato per la sicurezza e l’ordine che questo sabato pomeriggio ha definito nuove linee d’azione contro tali episodi, smorzando di conseguenza, come avrebbe affermato anche il Prefetto Valerio Valenti, le polemiche contro il sistema accoglienza e sicurezza affermando che il caso di Chiari resta un caso isolato e portando a testimonianza i numeri: in provincia di Brescia ci sono 2530 profughi distribuiti in 200 strutture. “C’è bisogno” – ammette il Prefetto – di implementare il dialogo tra le istituzioni, per puntare sulla prevenzione e segnalare eventuali ospiti a rischio”. Dialogo e sostegno che il sindaco di Chiari denuncia non esserci stato al momento dell’invio dei richiedenti asilo nel suo paese e che ora chiede a gran voce “controlli intensificati della macchina accoglienza e quindi dei profughi presenti”.

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