Ci sarebbero «elementi anomali» nella ricostruzione delle ultime ore di vita, anzi dell’ultima giornata, quella di venerdì 26 agosto, di Gianna Del Gaudio, l’ex prof di 68 anni sgozzata nella cucina della sua casa di Seriate a mezzanotte e mezza di quella sera.
I carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo hanno passato gli ultimi due giorni a ricostruire per filo e per segno il venerdì precedente alla notte dell’omicidio: lo hanno fatto sulla base di alcune testimonianze raccolte nei giorni precedenti e cercando riscontri e conferme. Ed è emerso che la giornata – la prima dopo il rientro di Gianna Del Gaudio e di suo marito Antonio Tizzani (unico indagato, ma a piede libero, nell’inchiesta) dalle vacanze al Sud – non era filata via del tutto liscia: sarebbero emerse quelle che gli investigatori definiscono genericamente delle «anomalie», sul cui contenuto vige però il massimo riserbo. Pare che la coppia avesse fatto la spesa e poi si sarebbe separata per incontrare delle persone: chi, esattamente?
La scorsa settimana erano stati sequestrati dei profumi all’interno della villetta . Profumi residui della decina che Gianna Del Gaudio aveva comprato in Campania, da regalare a parenti e amici. Forse il marito si era ingelosito perché non gli tornavano i conti di quelle confezioni di fragranze? Avevano litigato anche nel pomeriggio o solo, come sembra, dopo cena? E, comunque, questo fatto potrebbe davvero aver spinto Tizzani a commettere una violenza così grande verso la moglie? Sembrerebbe una reazione quantomeno eccessiva. Gianna Del Gaudio è stata ammazzata con una coltellata netta alla gola, probabilmente da qualcuno che si trovava alle sue spalle. L’ex insegnante dell’istituto superiore Rubini di Romano di Lombardia era probabilmente intenta a lavare i piatti. Alle 00,43 Antonio Tizzani aveva chiamato il 112, riferendo che la moglie era stata uccisa. La donna era in un lago di sangue riversa sul pavimento della cucina. Il marito non si era avvicinato: «Sono rimasto impietrito», avrebbe poi spiegato a sanitari e carabinieri. Sui suoi vestiti nemmeno una goccia di sangue. L’arma del delitto non si trova. Tizzani racconta di aver sorpreso uno sconosciuto in casa: un uomo incappucciato e con la mano «scura». Il quale, vedendo l’ex capostazione, si sarebbe dileguato senza nemmeno guardarlo in faccia, scappando dalla porta e poi dal vialetto sul retro, al confine col parco comunale. Di questo incappucciato non c’è alcun altro testimone.

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