Un anno fitto di misteri quello che avvolge il caso Bozzoli-Ghirardini, la scomparsa di uno dei titolari dell’omonima fonderia di Marcheno, Mario, e la morte di uno degli operai presenti in fabbrica quell’8 ottobre 2015, Giuseppe Ghirardini trovato cadavere nei boschi dell’alta Valle Camonica dieci giorni dopo. Ad un anno da quei tragici fatti, il mistero sul caso resta fitto, ma potrebbe a breve esserci una svolta. La famiglia di Giuseppe Ghirardini, infatti, ha annunciato durante la trasmissione Teledomando di Teletutto di essere in possesso di un referto medico che proverebbe che Giuseppe sarebbe stato drogato prima di essere ucciso. Il referto sarà depositato in Procura la prossima settimana. Intanto la fabbrica ha chiuso e le analisi dei RIS non avrebbero trovato tracce umane nelle scorie della lavorazione analizzate in questi mesi. Dopo un anno, dunque, le indagini sono ancora in una fase nebulosa. Per la morte di Mario Bozzoli restano indagati per concorso in omicidio e distruzione di cadavere due dipendenti e i suoi nipoti. Per la morte di Ghirardini, invece le indagini vanno nella direzione dell’istigazione al suicidio, ma come detto per questo potrebbe a breve esserci una svolta. Intanto ripercorrendo un anno dai fatti risale all’8 ottobre la scomparsa di Mario Bozzoli, 50enne che viene visto per l’ultima volta alle 19 di quel giovedì sera mentre sta per tornare a casa, dove non arriverà mai. Il giorno dopo partono le indagini e in posto arrivano i RIS. Il 13 ottobre vengono spenti i forni, il 14 sparisce Giuseppe Ghirardini che viene ritrovato cadavere 4 giorni dopo in alta Valle Camonica. Continuano nei giorni successivi le indagini sui forni, il 22 ottobre vengono esguite perquisizioni nelle case dei nipoti di Mario Bozzoli. Il 5 novembre vengono bloccati gli stipendi dei dipendenti della fonderia, il 7 viene trovato nel corpo di Giuseppe Ghirardini un corpo estraneo, una identica capsula di cianuro non più in uso viene ritrovata in alta Valle qualche giorno dopo. A dicembre i primi nomi vengono iscritti nel registro degli indagati: sono quelli dei nipoti di Bozzoli e di due operai, questi ultimi vengono interrogati, i nipoti no. Il 15 aprile di quest’anno la fabbrica viene dissequestrata e riprende il lavoro, ma a luglio problemi fra i soci portano alla nomina di un liquidatore. Ora la fonderia è chiusa e tutti i dipendenti sono stati licenziati. Intanto emergono nuovi elementi che potrebbero dare una svolta alle indagini.

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