E’ bergamasco della Valle Seriana, più precisamente di Gandino, il vincitore del Tor des Geants edizione 2016. Oliviero Bosatelli, 47 anni, dopo poco più di 75 ore di gara, ha tagliato il traguardo di Courmayeur, tutta Bergamo era con lui. Tutti incollati al pc o allo smartphone per vedere il live dell’arrivo del vigile del fuoco orobico, trionfatore con sei ore di vantaggio sul primo degli inseguitori. A fare da cornice al suo arrivo ci sono gli striscioni e quel cartellone giallo fluorescente su cui, al volto di Braccio di Ferro, è stato sostituito il suo, quello del «Bosa». Ad attenderlo la moglie Nadia, che lo ha supportato ad ogni punto di ristoro, fino alla vittoria. All’ultima curva il pubblico lo acclama, lo speaker ripete il nome del nuovo Gigante. Bosatelli ormai giunto al traguardo si gira e fa una corsetta indietro, per battere il cinque a qualcuno in zona transenne. Poi si rigira e taglia il traguardo, con un salto, esattamente come era accaduto sul palco di Orobie Ultra Trail a fine luglio. Anche lì vincitore con le molle sotto ai piedi. Per Bosatelli un sogno lungo tre giorni: da domenica, giorno della partenza, fino a mercoledi. 330 chilometri, 24.000 metri di dislivello positivo, 75 ore e dieci minuti per attraversare tutta la Valle d’Aosta. Praticamente senza dormire , facendo soste minime (la più lunga è durata meno di mezz’ora) per alimentarsi. Un motore eccezionale. E pensare che fino a un anno fa, cioè fino all’edizione 2015 di Out (nella quale si era classificato secondo alle spalle di Marco Zanchi) nessuno sapeva chi fosse. Un ottimo maratoneta, certamente, ma non un campione dell’Ultratrail. Lui, che quando arriva sul podio pare quasi in imbarazzo, non certo abituato a fare la star ma ha saputo lasciarsi tutti alle spalle. “Ancora non realizzo bene l’accaduto ma sono qua – confida Bosatelli – ho risposto a tutte le domande dei giornalisti, mi sono fatto fare un massaggio nel quale credo di essermi addormentato 5 minuti, per poi risvegliarmi di colpo. Ancora non riesco a dormire, sono qua con amici e voglio godermi questi momenti, ma credo che appena toccherò il letto dormirò”. Oliviero, che fino ad oggi aveva coperto una distanza massima di 180 chilometri (Adamello Ultra Trail), ora sa che può fare tutto. Ma, conoscendolo, pensa ancora di non aver fatto nulla di che.

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