Se la SIV non deliberava di entrare a fare parte del Gestore Unico Provinciale, la Valle Camonica rischiava di veder gestiti i propri impianti dalle altre società pubbliche della provincia di Brescia riunite in Acque Bresciane. Così alla fine i 36 comuni che fanno parte della SIV (più la Comunità Montana e il BIM) hanno deliberato di entrare alla condizione di non fondersi completamente nel gestore unico. Se la Provincia di Brescia accetterà, la SIV otterrà il mandato da Acque Bresciane di gestire quegli acquedotti e quei depuratori che ancora oggi 39 comuni su 42 si tengono ben stretti. In questi mesi quindi i comuni dovranno deliberare di dare alla SIV la gestione dei loro impianti, ad eccezione di quei comuni che giocheranno la carta del collegato ambientale: se dimostrano di avere già ottimi impianti, se vantano fonti di pregio e se insistono su parchi o riserve, potrebbero avere dall’Ufficio d’Ambito, il permesso di continuare a gestire in autonomia ed economia gli impianti. Manterrebbero la loro tariffa più bassa rispetto a quella provinciale, ma non beneficeranno degli ingenti investimenti finanziati proprio dalle tariffe, che il Gestore Unico intende realizzare anche in Valle Camonica, a cominciare dal depuratore consortile di Sonico, Edolo e Malonno.

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