Secondo quanto avrebbe ricostruito l’inchiesta “smile” condotta martedì mattina dai carabinieri di Milano su ordine della Procura di Monza, una società vinceva praticamente tutti gli appalti della Regione per l’esternalizzazione dei servizi dentistici nelle aziende ospedaliere lombarde. Un monopolio che sarebbe iniziato addirittura nel 2004 e che avrebbe permesso al Gruppo di sbaragliare la concorrenza nell’ambito della gestione dei centri odontoiatrici di strutture pubbliche e convenzionate, per un giro d’affari di 400 milioni di euro. La titolare, l’imprenditrice Maria Paola Canegrati, secondo le accuse, avrebbe pagato mazzette al consigliere regionale della Lega Nord e presidente della Commissione Sanità Fabio Rizzi il quale faceva preparare bandi di gara ritagliati su misura. In cambio avrebbe ricevuto anche soldi per la sua campagna elettorale. Sono 11 le aziende ospedaliere alla quali il Gruppo forniva servizi dentistici e sono 11 i funzionari delle aziende sanitarie, ad essere finiti in manette o ai domiciliari insieme ad altre 8 persone. Tutti devono rispondere a vario titolo associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio. Fra loro anche un imprenditore di Bergamo e uno di Ponte San Pietro e a finire ai domiciliari anche un funzionario pubblico residente a Padenghe del Garda. Tra le carte dell’inchiesta, un’ordinanza di 223 pagine, si leggerebbero fra le altre altri, anche i nomi delle strutture sanitarie di Esine, Iseo e Seriate dove l’esternalizzazione dei servizi odontoiatrici potrebbe essere stata affidata ad una delle società riconducibili alla società “madre” finita al centro dell’inchiesta.

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