Cosa ha spinto Paolo Piracchi, ad impugnare il coltello e a porre fine in modo orribile, alla vita di sua moglie Marinella Pellegrini? Il movente dell’omicidio, a distanza di due giorni dalla morte della 55enne di Bagnolo per mano dell’uomo che aveva spostato nel 1997, è ancora nascosto nella mente del 59nne milanese ma cresciuto a Sarnico con i genitori. Ad armare la sua mano lunedì sera nell’appartamento di via Cefalonia a Brescia, forse la paura di non riuscire a sconfiggere il tumore che lo aveva colpito, forse la paura di sprofondare nella depressione che gli annebbiava la mente, forse la paura di perdere la donna che diceva di amare. Secondo i parenti la donna portava il peso di quel matrimonio con coraggio e dedizione. Non voleva abbandonare il marito nel momento del bisogno, nonostante il suo atteggiamento depresso ed aggressivo. Paolo Piracchi però quell’aiuto non lo ha voluto così come non ha voluto l’aiuto della psicologa che gli avevano fatto incontrare. I famigliari preoccupati avevano chiesto alla donna di tornare a casa a Bagnolo, dove lei era nata e cresciuta e dove avrebbe potuto cambiare aria per un po’. Forse la donna aveva deciso di accettare ma era combattuta perché amava ancora quell’uomo, proprietario di un bar tabaccheria a Palazzolo, anche se non era più quel Paolo che aveva sposato. “La malattia non c’entra”- dicono i parenti – “lui non voleva essere lasciato.” Indipendentemente da cosa abbia scatenato la lite di lunedì sera, nessuno poteva prevedere quello che sarebbe poi successo, con l’uomo che impugna il coltello da cucina e sgozza la donna che dice di amare. Poi si mette alla guida della sua auto ed imbocca contro mano l’autostrada, ponendo fine anche alla sua vita nello schianto con un tir. Un dramma che supera di gran lunga le paure dei famigliari che oggi si trovano a chiedersi se qualcosa di più poteva essere fatto per evitare quella che con il senno di poi, pare un’altra morte annunciata.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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