"Un giorno una vicina bussa alla porta di casa mia e mi dice: c’è il nome di tuo papà sul giornale". L’Eco di Bergamo aveva pubblicato, infatti, i nomi dei soldati italiani morti nei campi di lavoro e sepolti in cimiteri di guerra all’estero. Così, quasi 70 anni dopo la sua morte, grazie agli elenchi trovati da Roberto Zamboni mentre cercava lo zio morto in un campo di lavoro e successivamente pubblicati sui giornali locali, Savino Pezzotta ha saputo dove erano i resti di suo padre anche lui deceduto in un campo di lavoro nella Prussia Orientale il 9 giugno 2010. Era in una fossa comune a Varsavia. Lo stesso è successo a molti camuni. Ecco perché la Valle Camonica ha dedicato ai cosiddetti Dimenticati di Stato una giornata di riflessione nella settimana della memoria. I protagonisti sono stati Savino Pezzotta e Roberto Zamboni il figlio ed il ricercatore. Storia ed emozione si sono fuse in una giornata di riflessione molto partecipata. La sala del palazzo della cultura era gremita di gente che ha seguito con profonda attenzione il filmato proposto da Roberto Zamboni sulla storia dei dimenticati di Stato, la lettura di passi dei suoi libri a cura di Eliana Cattane e l’accompagnamento musicale di Elena Quaglia, ma anche la testimonianza di Savino Pezzotta che ha raccontato la storia della sua famiglia calandola nel contesto.
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