Circa 3,6 milioni di euro, su un bilancio complessivo pari a14,5. E’ questa la somma che nel 2015 manca all’appello ad Abf, l’Azienda di Formazione Professionale della Provincia. L’ allarme si alza forte e chiaro da via Monte Gleno e pure da Via Tasso. Se la situazione rimanesse questa, ci si troverebbe a dover capire come ripianare i conti, partendo però già a sua volta da un quadro drammatico. Cosa è successo? Dal primo settembre, come è noto, per i centri di formazione professionale è scattato un nuovo sistema: le doti per il pubblico, da 2.500 euro, sono salite a 4.500 euro, equiparando la somma con quella dei privati accreditati. Ma nel contempo è stato eliminato il cosiddetto «zainetto», un’integrazione ai centri pubblici che per Abf derivava da un accordo sottoscritto nel 2001, quando all’azienda furono trasferiti dei dipendenti ex regionali, attualmente 85 in carica. Ebbene: il bilancio tra aumento della dote da una parte, e cancellazione dello zainetto dall’altra, per l’azienda pubblica orobica risultava già penalizzante, circa 1,7 milioni in meno l’anno, “ma ci stavamo già organizzando, lavorando a una serie di risparmi e ad alcuni inevitabili tagli strutturali, commenta il presidente Daniele Rota. Abbiamo ridotto le classi quarte da 16 a 12, portato da 20 a 22 le ore di docenza, tagliato sulle consulenze, e non abbiamo potuto rinnovare quasi una ventina di contratti a termine”. Parecchio, dunque, è stato tagliato e da qui viene l’allarme scattato in questi giorni, derivato dal fatto che l’integrazione regionale venisse meno sull’intero 2015, mettendo decisamente in crisi la transizione da un sistema all’altro: “Dal momento che le novità sono scattate dal primo settembre – dice Rota – ovviamente aspettavamo che lo “zainetto” per i mesi precedenti, dal primo gennaio al 30 agosto, ci venisse riconosciuto: parliamo appunto di 3,6 milioni di euro. Ma non è stato così, non abbiamo ricevuto nulla, e siamo alla fine dell’anno. Noi abbiamo delle riserve economiche da parte, ma certo non bastano a coprire un vuoto simile, e inaspettato”. Le conseguenze rischiano di essere molto pesanti. Per questo, l’appello è chiaro: «La Regione deve dirci se crede nella formazione professionale, oppure no». Oltre alla cospicua entità della cifra, il problema è pure che, essendo a fine anno, i fondi di fatto sono già stati spesi, e quindi far quadrare i conti senza quei 3,6 milioni (ma il problema riguarderebbe anche altre realtà lombarde, per oltre 10 milioni di euro in tutto) sarebbe praticamente impossibile. Per cercare di smuovere le cose si è attivata anche la Provincia: il presidente Matteo Rossi ha invitato per venerdi, in via Tasso, tutti i consiglieri regionali bergamaschi.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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