Ancora un rinvio per il processo penale contro gli ex-amministratori di Selca SpA, fallita nel febbraio 2010: il rinvio a giudizio per “traffico internazionale di rifiuti” era l’atto conclusivo di una lunga indagine che aveva portato anche la Commissione parlamentare d’inchiesta ad effettuare una visita ispettiva con successivo verbale, accolto agli atti della Procura di Brescia, sulla quantità e qualità dei rifiuti ancora stoccati all’interno dei capannoni ed all’esterno degli stessi nell’area dello stabilimento. La prima seduta del processo del 5 giugno scorso aveva preso in considerazione una serie di procedure formali che di fatto non avevano portato a nessuna conclusione se non quella del rinvio del processo alla prima vera seduta fissata per lunedì 27 ottobre, data nella quale il processo non si è tenuto per dichiarazione di incompatibilità del giudice. Il Procuratore Capo aveva quindi provveduto alla nomina di un nuovo giudice nella persona della dottoressa Maria Chiara Minazzato che aveva fissato immediatamente l’udienza per le ore 9.00 di lunedì 7 dicembre. Ma all’atto dell’insediamento del Tribunale di questo lunedì un’altra amara sorpresa: il pubblico ministero, Alberto Rossi, che ha scritto alcune delle pagine più dure e inquietanti sull’intera vicenda, definita dall’avvocato di parte civile Francesco Menini come “particolarmente intricata”, non si è presentato per motivi di salute. Il giudice Maria Chiara Minazzato, sentito anche il pm sostituto, che di fatto non ha potuto leggere le carte del processo, ha quindi deciso di rinviare l’udienza a lunedì 18 gennaio 2016, data nella quale, avrebbe dichiarato il Giudice, il processo deve assolutamente iniziare. E infatti, anche le considerazioni dell’avvocato Francesco Menini, che rappresenta il Comune di Berzo Demo e la Comunità Montana di Vallecamonica costituitisi parte civile contro gli ex-amministratori di Selca, vanno nella stessa direzione: meglio un rinvio a tempi brevi anziché rischiare un infortunio processuale. Altra, invece, è la considerazione sul metodo che, per varie cause, a tutt’oggi non ha consentito alle parti di incrociare i fioretti nemmeno da lontano, come afferma l’avvocato Menini. Da quanto si è appreso, il Giudice titolare del processo, Maria Chiara Minazzato, avrebbe detto agli avvocati proprio questa mattina che il processo non sarà lungo: sua intenzione è chiuderlo entro la primavera 2016. Confermato il triste proverbio del “non c’è due senza tre”: ma questa volta, il 18 gennaio, è appunto il quarto appuntamento al quale dalla Vallecamonica si sta guardando ora con maggiore attenzione.
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