Fioritura algale anomala, considerato il periodo dell’anno, sia nel lago di Endine sia in quello di Iseo.  A determinare tutto ciò fosforo e azoto, considerato cibo eccezionale per le alghe. Basta camminare lungo le sponde dei due specchi d’ acqua per rendersi conto della situazione. A Lovere, Costa Volpino e Pisogne, a Monasterolo del Castello, Spinone al lago e Ranzanico, sono comparse nei giorni scorsi, e in alcuni punti sono ancora chiaramente visibili, chiazze verdastre e marroni estese anche per una decina di metri quadrati; al tatto, l’acqua raccolta in questi punti si avvicina più a un gel oleoso che a un liquido limpido e cristallino. «A occhio nudo – spiega Aldo Avogadri del Museo di scienze naturali di Lovere – appare una poltiglia verde oscillante che le onde avvicinano alla riva; col vento poi tutto viene disperso e le acque appaiono appena intorbidate. Abbiamo prelevato alcuni campioni di acqua dal lungolago di fronte all’Accademia Tadini e li abbiamo analizzati con il microscopio del nostro laboratorio di botanica. Abbiamo avuto la conferma di quel che avevamo intuito non appena osservato il fenomeno: si tratta di filamenti di Anabaena, un cianobatterio acquatico che vive formando ampie colonie. Per farla breve ci sono troppi nutrienti: le alghe «mangiano» e si riproducono potendo contare anche sulla luce e sulle temperature insolitamente alte di ottobre. Sul lago si è temuto che il collettore circumlacuale avesse subito un guasto ma il sopralluogo svolto ha dato esito negativo. Intanto a Lovere il gruppo di minoranza consiliare «Lovere di tutti» ha deciso di presentare un’interpellanza al sindaco Giovanni Guizzetti che verrà affrontata in consiglio comunale. «Il lago continua a essere inquinato – denuncia il capogruppo Paolo D’Amico – nonostante i lungolaghi tecnologici, le nuove aree di balneazione e sosta camper. La presenza delle colonie di Anabaena è stata sottovalutata dalle amministrazioni comunali ma non ci possiamo nascondere dietro a un dito: attraverso il fiume Oglio e il torrente Borlezza continuano ad arrivare nel Sebino scarichi fognari che aumentano la presenza di fosforo e azoto. È ora che i comuni, le comunità montane, i cittadini del territorio camuno-sebino assumano iniziative finalizzate a costringere le istituzioni competenti a intraprendere un grande progetto di graduale risanamento e bonifica del lago. Diversamente, lago, turismo, cultura, ambiente, rimarranno per sempre potenzialità inespresse».

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