Si torna in aula mercoledì prossimo per il processo a Pasquale Iacovone che questo venerdì è stato inutilmente atteso all’udienza che lo vede imputato per la morte dei due figlioletti Andrea e Davide il 16 luglio 2013 a Ono San Pietro. L’uomo, che nel carcere di Opera sta scontando l’ergastolo, a cui è stato condannato con la sentenza di primo grado, non si è presentato in aula per problemi di salute. Avrebbe voluto dire la sua verità su quel 16 luglio. Tutto rimandato. Mercoledì verrà dato l’incarico ad un medico legale che dovrà verificare se Pasquale Iacovone potrà affrontare il viaggio da Opera per essere presente al processo. Processo che riprenderà, però due giorni dopo, quindi venerdì 13. In questa udienza si tornerà a parlare dello stato di salute dell’imputato, ma quello della sua capacità di intendere al momento dei fatti, quando ha ucciso i due figli e poi ha dato fuoco alla casa in cui si trovavano tutti e tre riportando gravi ferite ed ustioni. Il processo di primo grado, infatti, celebrato con rito abbreviato era condizionato alla perizia che aveva stabilito che l’imputato era capace di intendere e volere quando commise l’atroce delitto. Ma il suo avvocato difensore chiede una nuova perizia perché è convinto che il suo assistito abbia agito in condizioni di seminfermità mentale. Un rinvio quello di questa udienza che viene appreso dalla famiglia di Erika Patti, mamma di Andrea e Davide con dolore viene visto come l’ennesima pagina di giustizia che arriva in ritardo, come su quelle dieci denunce presentate dalla giovane donna nei confronti del marito che dopo la separazione la minacciava costantemente e la tormentava. E’ arrivato al punto di fargliela pagare nel peggiore dei modi.

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