Gli abbiamo chiesto la promessa di fargli gli auguri per il prossimo traguardo dei 103 anni e lui ha risposto “Allora devo scampare ancora!” e lo ha detto con una bella luce negli occhi Giacomo Feriti, il decano della popolazione maschile di Artogne, nato il 27 ottobre 1913 e che taglia dunque il traguardo dei 102 anni, portati molto bene, con una mente lucida e pronta. Conosce le tabelline importante a memoria quasi 100 anni fa ed ha ancora una voce ben impostata, elegante, equilibrata e intonata. I suoi ricordi più frequenti risalgono al suo periodo di vita militare, da aviatore alla caserma Mirafiori di Torino e poi a Sacile in Friuli. Per tutta la vita è stato agricoltore e allevatore, apprezzato, stimato, appassionato e competente: passione e mestiere, quasi un’arte, trasmessa anche ai figli due dei quali oggi conducono l’azienda agricola di famiglia. Nel giorno del suo compleanno, al caldo della sua casa di campagna e nel calore dei suoi affetti, racconta nel suo bel dialetto artognese antico la sua alimentazione semplice, genuina, frugale, base della sua lunga vita. Giacomo ha avuto un piccolo cedimento la scorsa estate con un ricovero in ospedale, da cui si è rimesso bene, tornando alle sue attività quotidiane. Dice che non ha fretta di morire e che per questo c’è tempo e non si lamenta per la sua lunga vita: anzi, sembra gustarla piano piano come si fa con un dolce raro e prelibato. Come rara e prelibata oggi è la sua esistenza di patriarca semplice e buono il cui cuore è riscaldato da tanto affetto.

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