E’ stato deciso approvato il piano tariffario dei servizi di soccorso alpino che potrebbero gravare sugli escursionisti in caso di “ingiustificato” intervento del Cnsas per comportamenti negligenti o motivazioni inutili. Secondo quanto si è appreso, la quota oraria dovrebbe oscillare tra i 56 euro l’ora (per l’intervento di un’ambulanza) e i 115 (per l’intervento anche di soccorritori, medici e infermieri). La quota massima che dovrà sborsare l’escursionista per l’utilizzo dell’elisoccorso sarà di 780 euro. Secondo la normativa pagherà solo chi farà mobilitare i mezzi d’emergenza senza necessità di ricovero in ospedale. Resterebbe inoltre fissa la riduzione del 30% a favore dei residenti in Lombardia. Il tariffario, che a breve dovrebbe essere ufficializzato dalle autorità, è frutto della Legge regionale “in materia di soccorso alpino e speleologico in zone impervie, recupero e salvataggio di persone infortunate o in situazioni di emergenza”, approvata lo scorso 10 marzo dal Consiglio regionale. “Il soccorso è garantito a tutti. L’unico obiettivo del provvedimento è quello di responsabilizzare coloro che vivono la montagna con imprudenza e poca cautela”. E’ questo il commento di Lara Magoni, consigliere regionale del Gruppo Maroni Presidente e relatrice del progetto di legge. Il provvedimento della Giunta fa seguito alla legge che ridisegna il soccorso alpino e speleologico in zone impervie, per il recupero e il salvataggio di persone infortunate o in situazioni di emergenza, adeguandosi a quello che in materia hanno già legiferato altre Regioni. “Si tratta di una legge innovativa che educa alla prevenzione e alla sicurezza. I mezzi di emergenza, infatti, se occupati su una chiamata "inutile" – spiega Lara Magoni – non possono soccorrere chi, in quello stesso momento, risulta effettivamente in pericolo di vita per una reale emergenza”.
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