E’ stato fissato per venerdì alle 17 nella sede provinciale di via Tasso il primo faccia a faccia tra il presidente della Regione Roberto Maroni, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il presidente della provincia orobica Matteo Rossi. Argomento: il referendum per chiedere al governo più autonomia regionale. La consultazione popolare è stata approvata dal Consiglio regionale, si terrà tra meno di un anno e il centrosinistra non ha ancora avviato una discussione interna per capire quale posizione prendere, sia a livello provinciale che regionale. Ci hanno pensato prima il presidente Rossi e poi il primo cittadino Gori ad infiammare il dibattito.Entrambi si sono resi disponibili a sostenere il referendum per evitare di lasciare campo aperto alla Lega Nord su un tema che senza dubbio troverà il “sì” dei cittadini. In men che non si dica il presidente Maroni ha raccolto la sfida: “Mi fa piacere, e voglio incontrarlo, riferito a Rossi, anche per capire se davvero ci crede o se è un’operazione per tenere in piedi la sua maggioranza, che mi pare stia scricchiolando, ha dichiarato al Corriere Bergamo. Ma se davvero è favorevole gli chiederò di convincere quelli del Pd che sono contrari”. Il sostegno di Gori, che può contare su una maggioranza tutt’altro che scricchiolante, ha convinto definitivamente Maroni che venerdì sarà a Bergamo proprio per cercare di capire come intendono muoversi i due esponenti del Pd.
Intanto il fronte pro referendum pare allargarsi. Anche Brescia sarebbe infatti pronta ad accodarsi a Bergamo. Ieri i primi contatti tra Palafrizzoni e piazza della Loggia. E non sarebbe un colpo di poco conto, visto che anche il sindaco della Leonessa Emilio Del Bono e il presidente di Palazzo Broletto Pierluigi Mottinelli, che potrebbero già fare sabato una conferenza stampa congiunta, sono esponenti del Pd. Due delle principali province lombarde – Bergamo e Brescia, alle prese con i salti mortali per far quadrare i conti, farebbero quindi sentire la propria voce al governo renziano, alimentando ancora di più il dibattito interno al partito. Già piuttosto vivace visti i due appuntamenti “bollenti” alle porte: il passaggio della Riforma costituzionale in Senato e la tornata amministrativa del 2016, che vede al voto anche il capoluogo lombardo, Milano. Una sfida cruciale per centrodestra e centrosinistra.
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