Da giornale di “informazioni, riflessioni, motivi per l’alternativa democratica e di sinistra” a peridico di “informazione, cultura e dibattito” fino al riferimento alle incisioni rupestri e al contempo al tono “graffiante” che si voleva assumere: “incisioni eseguite con una punta su una superficie dura, per lo più mettendo allo scoperto un sottostante strato di colore diverso..”  Graffiti dal 1992, quando è nato, ad oggi, ne ha fatta di strada. 250 numeri, centinaia di articoli, inchieste e di conseguenza, centinaia di graffiate. Graffiti in questi 250 anni ha continuato ad incidere, nero su bianco, con una giusta dose di aggressività e di ironia, la propria critica soprattutto alla classe politica. Da giornalino di partito di opposizione a rivista emancipata, Graffiti è passato indenne attraverso la rivoluzione della comunicazione e soprattutto dei suoi tempi: all’istantaneità dell’informazione sul web ha contrapposto una rivista mensile che si pone come momento non sono di lettura e di informazione, ma anche di riflessione. La speranza dei suoi fondatori è che il cerino tenuto acceso da Graffiti, diventi una fiaccola portata avanti oltre che dalla direzione e redazione storica, anche dai giovani collaboratori che ora hanno il compito di portare la rivista ad esplorare nuove frontiere. Per questo il numero 250 è stato definito un numero di rottura con il passato ma nello stesso tempo di congiunzione. Vi sono riportati gli articoli principali che hanno fatto la storia del periodico ma sarà l’ultimo numero così: da gennaio 2016 Graffiti si rinnova diventando più accattivante nella grafica e nei contenuti, affacciandosi anche sul web e sui social network.

dal giornale online: Più Valli TV – News
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