MANINI PRECIPITA E MUORE SULLE DOLOMITI

Una roccia staccatasi in modo improvviso gli è finita addosso travogendolo, ha tranciato la protezione e lo ha fatto precipitare per una trentina di metri, senza scampo. Così è morto Giulio Manini, 68enne di Villa di Serio, accademico del Cai, titolo questo riservato agli alpinisti che si sono particolarmente distinti per aver portato a termine ascensioni importanti e impegnative. La tragedia si è consumata  nella giornata di venerdì poco dopo mezzogiorno sulle montagne che più amava, le Dolomiti. Manini, come detto, abitava a Villa di Serio in via Cavalli con la moglie Antonietta e le due figlie, Marzia e Barbara.
Era in compagnia di vecchi amici Renzo Ferrari, 73 anni, di Colognola, vice direttore della scuola di alpinismo “Leone Pelliccioli” del Cai di Bergamo e Emilio Nembrini, suo coetaneo, di Pradalunga, anch’egli accademico del Cai, persone con le quali aveva condiviso per molti anni la grande passione per la montagna. Una spedizione, quella programmata da loro a Cortina, che avrebbe dovuto svolgersi una quindicina di giorni fa, ma il cattivo tempo lo aveva impedito, al punto di far  cambiare loro, l’itinerario. Le attenzioni venivano rivolte verso la Svizzera, ma all’ ultimo la scelta ricadeva sulle Dolomiti, dove si è purtroppo consumata la tragedia. Commozione in tutto l’ ambiente alpinistico bergamasco dove Giulio Manini era conosciuto e stimato per la grande passione, la stessa che ha finito per tradirlo. “Era sempre il primo, voleva sempre stare davanti lui, lo ha fatto anche nella sua ultima arrampicata”. È un dolore composto quello di Barbara, seconda figlia di Giulio Manini, consapevole che il padre “se n’è andato facendo quello che più amava fare, scalare le montagne”, e lasciando comunque nei suoi cari il ricordo indelebile di una persona buona e generosa. “Era dedito al volontariato per la parrocchia e l’oratorio, di poche parole, ma quando lo chiamavano per dare una mano accorreva subito e si faceva in quattro per gli altri”, ricorda ancora la figlia Barbara.