Obiettivo: ricapitalizzare la società Montecampione Ski Area. Per raggiungerlo non c’è più tempo perché il termine per la sottoscrizione dell’aumento di capitale è scaduto il 15 luglio e il Cda che ha in gestione il comprensorio sciistico di Artogne lo ha prorogato di qualche settimana. Se Montecampione Ski Area non riuscirà a raggiungere la cifra indicata come necessaria alla ricostruzione del limite minimo del capitale sociale individuato in 335.700 euro, sarà costretta a chiudere e gli impianti della stazione sciistica, il prossimo inverno rimarranno chiusi. Un’ipotesi per scongiurare la quale anche gli enti pubblici si sono attivati. Il BIM di Valle Camonica ha infatti deliberato una quota di 200 mila euro, dando così coraggio anche ai vecchi o a potenziali nuovi investitori. Altri 70 mila euro li hanno raccolti i commercianti della zona il cui futuro e la cui sopravvivenza è legata a quella della stazione sciistica. Ma non basta: conti alla mano, per tenere in vita la società servono ancora 65mila euro. A pesare sono i debiti accumulati negli ultimi 3 anni, che sfiorano i 700 mila euro. Non parteciperà alla ricapitalizzazione il consorzio dei residenti di Montecampione che, per statuto,non può partecipare ad una società di capitali. Raggiunto l’obiettivo della ricapitalizzazione e garantita l’apertura degli impianti, la società vorrebbe partecipare al bando di affitto e in futuro, procedere all’acquisto degli impianti. Tutto dipenderà dai prossimi giorni. Se nulla cambierà, l’assemblea dei soci che si riunirà l’8 agosto sarà chiamata a prendere delle decisioni. Così come in precedenza hanno fatto le società che si sono susseguite nella gestione degli impianti: Montecampione Impianti, Montecampione Bovegno Ski, Alpiaz, Montecampione Hotel e ora la MontecampioneSki Area che riamane aggrappata all’ultima speranza.
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