Il tema della riforma sanitaria divide la politica camuna sostanzialmente in due parti. Da una parte il Partito Democratico con i 26 sindaci di area centro sinistra del Gruppo Civico in Comunità Montana. Dall’altra parte i 15 sindaci del Gruppo Alpes di area centro destra, la Lega Nord e il presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Asl di Valle Camonica – Sebino Fiorino Fenini. I primi pensano che l’accorpamento tra la sanità camuna e quella valtellinese sia una perdita di autonomia per la Valle Camonica.  I secondi pensano che la creazione di un’Agenzia Sperimentale della Montagna, che unisce la Valle Camonica ad altri territori montani come Sondrio, sia invece un grande risultato. A tirare in mezzo al dibattito politico i cittadini, è stato proprio il PD con una raccolta firme che chiede di difendere l’autonomia camuna. Ma l’autonomia camuna è già stata difesa secondo i sindaci di area centro destra che ricordano che la riforma impone degli accorpamenti dovuti ai tagli dello Stato e quello con Sondrio permette di dare più voce con più forza, alla sanità di montagna. Dall’altra parte però il PD torna a dire che la Valle Camonica doveva essere accorpata con Brescia ed esprime preoccupazioni rispetto ad eventuale decentramento della Valle Camonia rispetto a Sondrio. Non cambierà invece nulla a livello di trasferimenti, di visite, di mobilità verso Brescia o Sondalo o qualsiasi altro ospedale secondo i sindaci del Gruppo Alpes che ricordano invece che l’accorpamento con Brescia porterebbe a mettere in pericolo l’ospedale di Edolo. Da una parte viene organizzata una raccolta firme, una marcia, viene convocata un’Assemblea della Comunità Montana sul tema della sanità.
Dall’altra parte i sindaci del Gruppo Alpes decidono di non prendervi parte per non trasformare un tema come la sanità e il sociale, in materia di strumentalizzazione politica. Sede del confronto è la Conferenza dei Sindaci dell’Asl Camuno Sebina convocata per questo lunedì sera e durante la quale potrebbe essere posta una mozione di sfiducia proprio per il presidente Fiorino Fenini che difende la riforma a spada tratta e che è supportato dai sindaci del Gruppo Alpes e dalla Lega ma non dai sindaci del Gruppo Civico che sono in maggioranza.

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