Se si riuscirà a costituire un unico comune tra Bienno e Prestine, formando una nuova realtà che accoglie i 382 abitanti di Prestine e di 3.521 di Bienno, con un nuovo comune formato da 3.903 abitanti, alla data odierna, ci sarà il vantaggio immediato di avere dallo Stato ben 200.000 euro a fondo perduto all’anno per 10 anni, svincolati dal patto di stabilità e quindi utilizzabili subito per le esigenze della popolazione, tra cui scuolabus, diritto allo studio, voucher lavoro, sostegno affitti, aiuti agli anziani, ai disabili, alle fragilità, ma anche sostegno alle realtà associative delle comunità. Insomma, un tesoretto piccolo ma significativo. La fusione tra i due comuni, tra loro contigui per territorio e vicini per lingua, dialetto, cultura e tradizioni, non è un obbligo: ma, si sa, alcune opportunità si presentano una volta nella vita e poi passano. Prestine ha già dato vita ad un’assemblea pubblica informativa da cui sono emersi punti favorevoli e criticità, soprattutto da parte delle minoranze in consiglio comunale. Ora tocca a Bienno avere informazioni ampie e rassicurazioni. Lunedì 13 luglio alle 20.30 gli amministratori comunali di Bienno incontreranno la popolazione per illustrare il progetto, mettendo sul piano luci e ombre della possibile futura fusione. Un dato è certo: le due realtà avranno pari dignità e saranno “borghi” e non frazioni, mentre i cittadini sono invitati a pensare che avere in cassa 2 milioni di euro spalmati su meno di 4.000 abitanti in 10 anni potrebbe essere una grossa opportunità per tutti.

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