Sarà probabilmente un processo lungo, tortuoso, dove non mancheranno colpi di scena quello che prende il via questo venerdì e che vede come imputato per l’efferato delitto della 13enne Yara Gambirasio, Massimo Giuseppe Bossetti, muratore 44enne di Mapello. Niente stampa, niente telecamere in aula, nonostante la richiesta dell’imputato di poter dire la sua verità davanti a tutti. Bossetti è rinchiuso nel carcere di via Gleno dal 16 giugno del 2014. In tutti questi mesi gli inquirenti hanno continuano le indagini, che si sono chiuse lo scorso 27 febbraio. Il muratore è stato rinviato a giudizio il 27 aprile dal Gup Ciro Iacomino. L’accusa è di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dalle sevizie. Ma Bossetti si è sempre dichiarato innocente ed estraneo alla vicenda. Ed è questa la tesi che porterà avanti nel corso del processo la sua difesa con gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Dall’altra parte il pm Letizia Ruggeri che dopo tre anni di lavoro ha individuato in Bossetti il presunto colpevole dell’omicidio di Yara. Due giudici togati, di cui uno presidente e l’altro a latere, oltre a sei giudici popolari. Sarà composta in questo modo la corte d’assise che si troverà a guidicare Massimo Giuseppe Bossetti. Si costituiranno parte civile i genitori di Yara, Maura e Fulvio Gambirasio, oltre alla sorella Keba, nel frattempo diventata maggiorenne, sostenuti dagli avvocati Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo. Si costituirà parte civile anche Massimo Maggioni, il collega che Bossetti aveva indicato come presunto omicida della ragazzina in uno dei primi interrogatori in carcere: per questo fatto Bossetti deve rispondere anche di calunnia. Bossetti ha rinunciato al rito alternativo – e quindi ad eventuali sconti di pena – rischia l’ergastolo in caso di riconoscimento di tutte le aggravanti. Se invece gli venissero riconosciute le attenuanti la pena potrebbe essere di 30 anni. Ma fra il 3 luglio e queste ipotesi vi sono tre gradi di giudizio. La sentenza di primi grado deve essere emessa entro novembre 2016. Diversamente, decadrebbe la misura cautelare e Bossetti tornerebbe comunque libero. Intanto l’udienza di questo venerdì dovrebbe essere soprattutto interlocutoria, di presentazione delle memorie difensive che si concentrano sulla demolizione della prova regina, cioè la presenza del DNA dell’imputato sugli indumenti intimi di Yara. La seconda udienza è già stata fissata per il 17 luglio. L’aula sarà blindata: vietato l’ingresso con cellulari e tablet, controlli con i metal detector e transenne.
dal giornale online: Più Valli TV – News
Leggi tutto: http://ift.tt/1JpaK0M