Continua l’operazione fiumi sicuri sul Sebino bresciano: questa volta è stata messa in sicurezza la parte terminale della valle che scende dalla Corna Trentapassi nel Sebino passando tra le case di Vello che fu teatro di una tragedia nell’alluvione del 1963. 32 volontari, coordinati dal responsabile della Protezione Civile della Comunità Montana del Sebino bresciano, con il supporto della macchina cippatrice del Consorzio Sebinfor, hanno lavorato sodo per disboscare une zone che deve rimanere sempre libera da ogni ostacolo, vista la sua impervietà e quanto accaduto nel 1963 con un’alluvione che ha provocato lutti e numerosi danni. L’operazione si è svolta questo sabato 22 maggio ed ha avuto un buon risultato, riportando alla luce anche le strutture realizzate dopo l’alluvione del 63 a protezione dell’abitato con massi ciclopici, canalizzazione del corso d’acqua e realizzazione di briglie di rallentamento e contenimento del materiale lapideo. A Vello non è mai venuta meno la memoria dei fatti del 1963, che seguirono a 10 anni destati di distanza da quelli che avevano caratterizzato i torrenti Oppolo e Bagnadore a Marone. Il lavoro della Protezione Civile lungo l’asta del torrente a Vello ha portato alla luce anche una situazione di degrado al di sotto del cavalcavia del tracciato della provinciale 510 Sebina orientale nell’imminenza dell’imbocco della galleria S. Carlo: zona utilizzata anche da persone non autorizzate a transitarvi. I costi degli interventi dell’operazione “Fiumi Sicuri” sono sostenuti dalla Comunità Montana del Sebino bresciano, dall’Associazione Comuni bresciani e dal Comune di Marone che hanno messo in opera un cantiere mantenendo la massimo i costi. La campagna fiumi sicuri nella primavera 2015, oltre a quella che si è tenuta a Vello di Marone, ha già visto cantieri a Pisogne, Sulzano, Sale Marasino e prossimamente anche a Iseo.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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