“Ci voleva il morto per dare una svolta ad una situazione che perdura da più di 20 anni.” Ad affermarlo è Roberto Gallizioli della Coldiretti del Sebino, che parla della massiccia presenza di cinghiali non solo in alto, ma ora anche a valle dove si spingono alla ricerca di cibo. L’episodio di venerdì notte a Iseo, costato la vita a Severino Zatti, 72enne di Iseo, non mette solo in luce l’esasperazione degli agricoltori o proprietari dei terreni del posto danneggiati dalle incursioni notturne dei cinghiali, ma mette anche in luce la pericolosità di imbattersi in questi animali. Severino Zatti era uscito dal suo cascinale di via Cavone, imbracciando un fucile. Esasperato dai danni causati dai cinghiali, voleva scacciarli da solo o ucciderli. Ha colpito un cinghiale con un colpo ma l’animale si è ribellato e ha caricato il pensionato recidendo l’arteria femorale. L’uomo è morto dissanguato senza possibilità di chiedere aiuto. L’animale è stato trovato poco distante morto. La Coldiretti chiede da tempo alla Provincia di mettere in campo un piano di contenimento serio. Agenti di polizia provinciale e guardie ittico venatorie conoscono bene il problema. I cinghiali non sono una specie autoctona e la loro presenza sta diventando ingestibile. Alla Regione costano 400 mila euro circa all’anno come risarcimento per danni da fauna selvatica.
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