Nel 2013, in Lombardia, 49 persone sono decedute a causa di incidenti in bicicletta. Quasi uno alla settimana. E ancora, a fronte dello stesso numero di spostamenti, la mortalità causata dalle due ruote è di 6 volte superiore a quella in auto. I dati emergono da uno studio effettuato dal Centro monitoraggio regionale sull’incidentalità di ciclisti e pedoni, i cui risultati sono stati pubblicati in occasione della settimana mondiale della sicurezza stradale delle Nazioni Unite. I sinistri in bici si concentrano soprattutto nelle città (90 per cento del totale) e la causa non è quasi mai legata al comportamento del ciclista. Le persone più esposte sono i bambini sotto i 14 anni (10 per cento dei morti e 13 dei feriti) e gli anziani oltre i 65 anni (41 per cento dei morti). I dati sono stati punto di riflessione anche per l’assessore alla sicurezza di Regione Lombardia Simona Bordonali. Questi numeri, infatti, sono e saranno presi in considerazione – ha detto l’assessore – per decidere la strategia amministrativa da adottare. Dopo Milano che ha registrato oltre 66 mila e 300 incidenti nel corso del 2013, Brescia e Bergamo sono al secondo e al terzo posto per incidentalità stradale. Nel corso del 2013, infatti a Brescia e provincia si sono registrati oltre 14 mila incidenti, oltre mille e 900 hanno coinvolto ciclisti con 36 morti sulle due ruote su 343 totali. In provincia di Bergamo gli incidenti sono stati nello stesso anno oltre 12 mila e 200 con oltre 1400 ciclisti coinvolti e 27 morti su 237 vittime totali. Per i ciclisti la provincia più pericolosa risulta quella di Cremona. La Regione, nel frattempo, si è già mossa e nei mesi scorsi ha promosso un bando da 3 milioni di euro per cofinanziare progetti di natura
infrastrutturale, ma anche iniziative mirate all’educazione stradale nelle scuole e interventi volti alla sensibilizzazione nei confronti degli utenti della strada. "Investire in
educazione stradale e in infrastrutture – ha detto l’assessore Bordonali – è il modo migliore per ridurre l’incidentalità e promuovere una nuova cultura di sicurezza. I morti sulla strada stanno diminuendo, ma è chiaro che, finché piangeremo la perdita di vite umane, ci faremo promotori di politiche finalizzate alla riduzione del fenomeno – ha concluso la Bordonali.
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