Minacce o solo guerra psicologica? Questo l’ interrogativo su cui l’ intelligence sta lavorando. Al momento la vera pericolosità di alcuni presunti simpatizzanti dell’Isis non è certa. Gli inquirenti vanno cauti non sottovalutando ogni possibilità. «Siamo in vostre strade», recita il biglietto minaccioso dell’Isis. E tra queste strade c’è anche il tratto bergamasco dell’autostrada A4: lo svincolo nei pressi del casello di Dalmine, in direzione di Milano, e il tratto verso Bergamo, con all’orizzonte la “Torre dei venti”, nei pressi del casello. Dunque anche la nostra provincia compare in due delle numerose foto che alcuni presunti affiliati alla Jihad hanno pubblicato negli ultimi giorni su vari profili Twitter. Si tratta di selfie nei quali si intravede uno scorcio del paesaggio e, in primo piano, un biglietto in mano all’autore dello scatto e sul quale sono riportate scritte in arabo, in inglese e in italiano, oltre al simbolo dell’Isis. Foto scattate un po’ ovunque in Italia e nelle quali, a detta di chi scrive, sarebbero indicati gli obiettivi degli jihadisti, che dicono di stare “aspettando l’ora zero». Intanto l’imam della moschea di Zingonia Hafiz Muhammad Zulkifar, arrestato all’alba di venerdì nella sua casa di Pognano con l’accusa di terrorismo, dovrà presto lasciare la casa circondariale di via Gleno a Bergamo, dove si trova in isolamento dal momento dell’arresto, per essere trasferito in un carcere di massima sicurezza. Nel pomeriggio di lunedi Zulkifar è comparso davanti al gip Bianca Maria Bianchi per l’interrogatorio di garanzia in carcere, ma il quarantaduenne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Entro questa settimana il gip titolare dell’inchiesta, Giorgio Altieri del tribunale di Cagliari, si esprimerà sulla convalida del fermo e deciderà la misura cautelare.

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