Massimo Giuseppe Bossetti è stato rinviato a giudizio il prossimo 3 luglio. E’ questo il verdetto dell’udienza preliminare nei confronti del muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. Bossetti è arrivato al tribunale di via Borfuro a Bergamo poco dopo le 8.30 di  lunedi 27 aprile, a bordo di un cellulare della polizia penitenziaria, entrando da un ingresso secondario per evitare la ressa di giornalisti che si stanno occupando del caso. L’accusa nei suoi confronti è quella di omicidio aggravato da sevizie e crudeltà, dalla minorata difesa della vittima e calunnia ai danni di un collega di lavoro. Al contrario di quanto ipotizzato, i genitori di Yara Gambirasio non erano presenti in aula, così come la sorella, che è diventata maggiorenne e potrà quindi costituirsi parte civile. La discussione tra le parti si è conclusa intorno alle 14.30, con il rinvio a giudizio per l’imputato. A decidere il non luogo a procedere il gup Ciro Iacomino. Il secondo piano del tribunale di Bergamo, per tutta la mattinata, è stato letteralmente blindato, per assicurare il tranquillo svolgimento dell’udienza. Non c’è solo Ignoto 1: sugli slip di Yara c’è almeno un’altra traccia definita «non interpretabile» e su questo la difesa di Massimo Bossetti ha puntato in Tribunale nel tentativo di mettere in discussione le indagini scientifiche (che al momento inchiodano il muratore di Mapello) e insinuare il dubbio che gli inquirenti non abbiano percorso fino in fondo vie alternative a quella che ha portato in cella l’unico indagato.

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