Dopo gli eventi calamitosi del 2006 e del 2012, Regione Lombardia ha investito quasi 5 milioni di euro nella messa in sicurezza della Val Rabbia e della Frana di Pal nel comune di Sonico, con un intervento unico nel suo genere il più importante dell’intera zona montana lombarda e un sistema di monitoraggio del rischio che allerta immediatamente il comune in caso di movimento dei fronti franosi. Un sistema praticamente perfetto, sulla carta, a cui è stato abbinato un piano di emergenza comunale che prevede, in caso di colate, l’evacuazione di una parte della frazione di Rino di Sonico. La Frana di Pal – che potrebbe muovere qualcosa come 12 milioni di metri cubi di materiale – darebbe tempo ai cittadini di sgomberare con calma, se invece dovesse muoversi la Vale Rabbia i tempi sarebbero molto più rapidi e i cittadini di Rino avrebbero tempo solo 10-15 minuti per mettersi in salvo. Ecco perché sabato su iniziativa dell’amministrazione comunale, proprio per testare la capacità organizzativa e di mobilitazione della macchina di gestione dell’emergenza, è stata organizzata a Rino di Sonico, una maxi esercitazione con evacuazione. In effetti ci spiega il geologo Luca Albertelli il funzionamento dell’emergenza è molto semplice, ma è proprio questione di tempi, molto stretti se si muovono le colate.
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