Un atto vandalico che lascia il segno nel vero senso della parola. L’incisione fatta con una chiave o un coltellino, sulla roccia n. 2 del Parco Archeologico Nazionale di Naquane a Capo di Ponte, rimarrà lì negli anni a testimoniare l’inciviltà di qualche visitatore. Lo sfregio, almeno tre graffi, è recente ed è opera probabilmente di qualche studente in visita al Parco che ha trovato divertente imitare gli antichi camuni realizzando la propria grottesca incisione. Un gesto grave, compiuto evidentemente in un attimo di distrazione dei custodi e degli accompagnatori, che va a rovinare un bene pubblico, anzi un bene dell’umanità visto che le incisioni camune sono Patrimonio dell’Unesco. La Sovrintendenza sta cercando di porre rimedio al danno ma sopratutto sta cercando di capire come ciò sia potuto succedere: lo sfregio è grande, compiuto probabilmente da un gruppo di bambini, su una delle rocce principali e in vista del parco, proprio davanti all’Ufficio dei custodi. Impossibile naturalmente nelle giornate piene di visitatori, controllare ogni singolo bambino, ma l’obiettivo è incrementare i controlli e la vigilanza da una parte e dall’altra parte educare maggiormente i visitatori, ragazzi e custodi. Anche perché nei prossimi mesi, con l’Expo, la speranza è che il Sito Unesco N.94 sia meta di molti turisti. Per fronteggiare questo flusso il Parco spera di riuscire ad ampliare, con l’aiuto della Comunità Montana e del Comune di Capo di Ponte, l’orario di apertura attualmente limitato alla mattina.

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