Quanto prendono i pensionati bresciani? Non molto secondo i dati presentati dall’Inps che tracciano la fotografia di quanto erogato dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale in provincia di Brescia nel 2014 e quindi rendono l’idea del tenore di vita dei pensionati bresciani. L’Inps, nella sola provincia di Brescia, ha erogato oltre 4 miliardi di euro, somma che vale il 20% del Pil della provincia.
La maggior parte delle pensioni erogate nel Bresciano, pari al 68%, è sotto i mille euro. Il 22% di queste non supera i 500 euro. Sono una minoranza, pari al 16%, quelle che superano i mille euro e il restante 16% supera i 1.500.  Il rendiconto dell’attività del 2014 è stato presentato a Brescia dal direttore provinciale dell’Inps alla presenza del neo presidente nazionale Tito Boeri, di alcuni amministratori locali e rappresentanti del mondo sindacale. Ciò che emerge è che la crisi economica si fa sentire anche sull’Inps fotografando una povertà in aumento a livello nazionale e locale, supportata però da una rete di protezione sociale attiva per salvaguardare una fascia d’età superiore ai 65 anni, che impedisce agli anziani di cadere in condizioni di indigenza. Una rete che non esiste per i giovani e per chi perde il lavoro o la casa. Per quanto riguarda il versamento dei contributi invece, l’Inps ha raccolto nel bresciano nel 2014 circa 3 miliardi di euro, ma mancherebbero all’appello 16,5 milioni di euro di contributi non versati da parte dalle aziende bresciane che  praticano “lavoro nero” in diversi settori dell’imprenditoria e dell’artigianato. Il documento di sintesi dell’attività svolta dall’Inps in provincia di Brescia è stato redatto sulla base  di un’attività ispettiva che ha riguardato 1.388 aziende, durante la quale sono state riscontrate irregolarità in  1.316 casi. Anche in questo caso potrebbe essere la crisi, abbinata alla pressione fiscale, ad averci messo lo zampino:  il numero dei rapporti di lavoro disconosciuti passa infatti dai 118 del 2013 agli 877 del 2014.

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