A due giorni dal devastante incendio al pub di via Previtali a Bergamo nel quale Gigi Parma è rimasto ucciso, gli agenti della squadra Mobile della questura proseguono gli accertamenti per avere un quadro preciso dei suoi spostamenti e soprattutto per risalire ai motivi per cui sarebbe stato appiccato il fuoco ai locali. Gli inquirenti ritengono ormai con ampio margine di certezza che sia stato lo stesso Parma a incendiare il pub allo scopo di riscuotere i soldi dell’assicurazione. Ma per quali ragioni visto che il locale andava bene, e in effetti era sempre pieno. Dai primi accertamenti, però, emergerebbe un quadro diverso in quest’ultimo periodo. Debiti con qualche fornitore, dipendenti pagati in ritardo, difficoltà a far fronte all’affitto, l’interessamento a un locale in viale Papa Giovanni XXIII che non avrebbe avuto la possibilità di acquistare. Forse, in quell’incendio, ha visto la possibilità di ripianare i debiti e ricominciare daccapo. Tutte domande queste alle quali gli inquirenti cercano una risposta. Si indaga anche su altri fronti, come le minacce ricevute da Parma. A marzo aveva infatti presentato due esposti, segnalando continui problemi di sicurezza nella via e le minacce ricevute come ritorsione: un foglio con scritto in stampatello “Sei morto” ritrovato nella cassetta delle lettere e ben quattro buste spedite dallo stesso mittente all’indirizzo del pub. L’ultimo atto intimidatorio, risale a sabato scorso: quando a terra all’ingresso del locale aveva trovato una cinquantina di fiammiferi. Gesto intimidatorio o architettato dallo stesso Parma? Tante domande e poche certezze se non la data di venerdì 10 aprile alle 10 quando nella chiesa di Ognissanti al cimitero di Bergamo, saranno celebrati i funerali. Intanto continua la visita di amici, conoscenti e curiosi in via Previtali per osservare da vicino i danni e per seguire gli ultimi accertamenti. Per ricordare Gigi, alcuni dipendenti hanno portato in dei fiori e hanno acceso un lumino. Il commento è corale: “Gigi era davvero una brava persona, sempre sorridente e disponibile. A volte si arrabbiava, ma è naturale quando lavori in ambienti come questi. Non abbiamo mai assistito a grandi problemi, solo qualche persona che magari alzava troppo il gomito e metteva in imbarazzo altri clienti”.
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