Pasqua è la festa del passaggio: secondo l’antico rituale ebraico e poi cristiano. Il passaggio è un rito, un cammino, un’adesione, un cambiamento, sottolineato nella funzione della luce della notte del sabato santo dalla benedizione del fuoco da cui si accende il cero pasquale, simbolo di Cristo luce del mondo. Il cero scende nelle acque perché vengano benedette per la comunità e il cero, ancora, è al centro del canto dell’Exultet, che risuona nella liturgia della notte di Pasqua come inno alla resurrezione di Cristo. Sottolineato dalle letture dell’Antico Testamento, fino a quelle del Nuovo Testamento, il passaggio della Pasqua inizia con l’0Esido dall’Egitto ed il passaggio del Mar rosso con i suoi grandi simboli teologici. Quindi il passaggio dell’Angelo, come raccontato nel Deuteronomio, che risparmia coloro che hanno contratto un patto di fedeltà sincera con Dio. Infine il simbolo neotestamentario per eccellenza del passaggio, la Resurrezione dalla morte alla vita di Gesù, cantata con gioia dai cristiani. La notte del sabato santo conclude dunque il grande triduo pasquale: ogni comunità la celebra con i toni e le possibilità che le sono proprie: dalla grande celebrazione in mondovisione di S. Pietro a Roma alle piccole comunità di montagna, come è accaduto anche a Piazze d’Artogne, dove la gioia del Risorto è stata accolta con la semplicità, l’umiltà, la serenità e la capacità di essere comunità che si respira laddove Cristo ha raggiunto il cuore dell’uomo e lo ha cambiato.

dal giornale online: Più Valli TV – News
Leggi tutto: http://ift.tt/1a5gQXa

Rispondi