Si è saputo solo ieri di Galina Potapenko, 52 anni, immigrata russa che viveva da tempo a Sarnico, finita sotto i colpi dei mitra durante l’ azione terroristica al museo del Bardo a Tunisi. La donna da tempo sognava una vacanza nel Mediterraneo. Partita domenica scorsa insieme a un’amica, nonostante che il compagno Giuseppe Bettoni l’avesse sconsigliata. Si era imbarcata sulla Costa Fascinosa andando incontro al suo destino. Infermiera diplomata, assisteva a domicilio gli anziani nei paesi del Basso Sebino.
Si era trasferita a Sarnico da via Borgo Palazzo a Bergamo.
Il figlio 28enne l’aveva raggiunta circa 6 anni fa e si era trovato un lavoro da imbianchino. Un altro figlio, più giovane ha preferito rimanere in Russia. La storia di Galina è simile a quella di tante donne venute in Italia a cercare fortuna. L’aveva trovata, insieme all’amore di Giuseppe. E 4 anni fa aveva anche avuto la gioia di veder nascere la nipotina. La bambina, che le era affezionatissima, ancora non sa che non la vedrà più tornare. Dopo aver appreso la tragica notizia, il figlio ha contattato la Farnesina e la Costa Crociere. La compagnia gli ha messo a disposizione un albergo vicino all’aeroporto di Malpensa: da qui, ieri sera, è partito per Tunisi insieme a Giuseppe Bettoni per il pietoso riconoscimento della madre. Ora la famiglia dovrà decidere se portare la salma in Russia, oppure se seppellirla a Sarnico. La notizia della morte di Galina, si è diffusa soltanto nella serata di ieri. “Sono giorni che non la vedo – racconta una vicina di casa – era una donna gentile, educata, viveva qui da tanti anni”. Oggi per la cittadina lacustre è stata una giornata di silenzi e riflessione in attesa di accogliere la salma della sfortunata donna.

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