CHIESTI 30 ANNI PER VICKY VICKY

Il pm Fabio Pelosi, ha chiesto 30 anni di carcere per Vicky Vicky, l’indiano 27enne alla guida dell’auto che la notte dell’8 settembre 2013, travolse e uccise suo fratello Kumar Baldev che era a terra ferito, e la donna che lo stava soccorrendo, la dottoressa di Trescore Eleonora Cantamessa che come unica colpa ha avuto quella di voler aiutare il prossimo. Secondo il pm, l’indiano accecato dall’ira in seguito alla rissa fra due fazioni opposte nata in un bar e continuata in auto con inseguimenti a tutta birra fino a Chiuduno, sarebbe piombato sul mucchio a tutta velocità con l’intenzione di uccidere. Poco importava se li in mezzo, a terra accoltellato e steso a colpi di roncola, c’era suo fratello oppure un’ignara passante che non aveva esitato un attimo a prestare le prime cure all’uomo. Secondo le accuse quindi l’investimento non sarebbe stato un incidente, un’accidentale perdita di controllo del mezzo. Vicky Vicky viaggiava a 78 km/h e sempre secondo le accuse, avrebbe continuato ad accelerare anche al momento dell’impatto. Prova di questo sarebbe, secondo il pm che si sta occupando del caso, la strisciata sull’asfalto a forma di “S”, non tipica delle frenate. E poi, se avesse perso il controllo, la Golf avrebbe sbandato a destra, non a sinistra. All’origine dell’incidente non ci sarebbe stato nemmeno un guasto meccanico perché l’auto è stata controllata e non sarebbero emerse anomalie a freni, gomme e ruote. Elementi che hanno portato il pm a chiedere 30 anni di carcere per l’accusa di duplice omicidio volontario. Non l’ergastolo, ma una pena comunque severa, che vuole essere un messaggio. Vicky Vicky dal canto suo, ha ammesso le sue responsabilità dicendo di essere tornato indietro con l’auto non per uccidere ma per soccorrere il fratello a terrapicchiato selvaggiamente. Aveva anche chiesto il perdono della madre di Eleonora chiamata a deporre nella scorsa udienza. Secondo la difesa all’origine del duplice omicidio ci sarebbe la confusione della situazione, il buio e anche la legittima difesa putativa. La sentenza è attesa per il 25 marzo.