Tra le imprese che hanno continuato a lavorare nonostante la difficoltà di mantenere dipendenti e azienda per via del mancato pagamento per il lavoro svolto prima del 21 gennaio 2015, c’è anche la Semat di Artogne che vanta un credito dell’ordine di circa 30 mln di euro con l’Ilva di Taranto. Anche Sergio Trombini come altri imprenditori, guarda con preoccupazione alla legge salva Ilva cercando la voce in cui vengono tutelate le grandi e medie imprese come la Semat Costruzioni che svolge attività indispensabili alla continuità produttiva del maggiore polo siderurgico europeo ma che ha anche appalti AIA per il risanamento ambientale. “Cercheremo di vederci chiaro” – afferma Trombini commentato la legge – “e cercheremo di fare di tutto per recuperare qualcosa, altrimenti rischiamo di fare un buco grande come una casa”. Anche Stefano Ducoli della Alfa So GE Mi di Esine è preoccupato, perché nonostante vi sia una voce nel decreto che tutela le pmi, si chiede come 35 mln di euro possano servire a ripagare i debiti di tutte le pmi nella sua situazione.
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