Torna  dopo l’ appuntamento in Valle di Scalve a partire da venerdi 27 febbraio e fino a domenica 1 marzo, all’ interno della palestra al Patronato S. Vincenzo a Clusone  la 4° Rassegna Provinciale di gestione faunistica venatoria.  Il programma prevede per venerdì alle 11.00 l’insediamento della commissione dove a porte chiuse si terrà la valutazione dei trofei della specie stambecco,trofei che appartengono ad animali rinvenuti morti in alta Valle Seriana si parla di circa 30-40 soggetti annui la cui mortalità è dovuta a eccessiva densità sul territorio; nella giornata di sabato 28 i lavori si apriranno alle 9.30 con un incontro tra Claudio Zanini, autore del libro “Michelino va in montagna” e un gruppo di scolaresche, con introduzione a cura di Sandro Flaim, a seguire, dopo la pausa pranzo, alle 15.30 si potrà assistere ad una tavola rotonda sul tema “La comunicazione venatoria e l’immagine del cacciatore”, alla quale interverranno fra gli altri Sandro Flaim, Presidente dell’Uncza, Alessandro Brugnoli, Associazione Cacciatori Trentini; a coordinare i lavori Marco Ramanzini, direttore de “Il Cacciatore Italiano”. Domenica 1 marzo alle 9.30 si aprirà la rassegna con le relazioni dei C.A. sullo status delle popolazioni di ungulati a cura del Dott. Ragusa e del Gruppo Conduttori cani da traccia.  All’interno della palestra saranno allestiti vari stend con prodotti tipici delle valli bergamasche, artigiani del legno e altri prodotti. L’Uncza di Bergamo è presieduta da Marco Bonaldi, che si dice «convinto che sia necessario cercare di promuovere tutte quelle attività ambientali, che potenzialmente potrebbero diventare risorse economiche per le popolazioni che vivono nelle aree svantaggiate del territorio di montagna. In questo senso se il cacciatore è convinto di essere "custode della natura", ha il dovere di approfondire prima di tutto la conoscenza dell’ambiente in cui esercita la propria legittima attività venatoria. Tale conoscenza – continua Bonaldi – dovrà servire innanzi tutto a indirizzare i vari enti territoriali verso interventi mirati a favore di ambiente e fauna in particolare, coinvolgendo gli agricoltori e gli altri gestori del territorio per attività di miglioramenti ambientali, che potrebbero costituire reali fonti alternative di reddito in zona di montagna».

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