Gli imprenditori camuni al collasso per via della crisi dell’Ilva commissariata, attendono di capire in queste ore, cosa significa per loro il maxi emendamento approvato al Senato con la fiducia questo giovedì per il salvataggio dell’Ilva. Il provvedimento ora torna alla Camera per il via libera definitivo, dovrà essere approvato entro il 6 marzo e prevederebbe quasi 1,8 miliardi di euro, a cui vanno a sommarsi 260 milioni in arrivo da Unicredit e Intesa San Paolo, per garantire la continuità produttiva dell’Ilva. L’attenzione dei fornitori camuni dell’Ilva è volta però alle misure contenute per salvaguardare i creditori per i crediti accumulati fino al 21 gennaio 2015. Per l’indotto pare che il provvedimento preveda 35 milioni di euro dal fondo di garanzia per l’accesso al credito che dovranno essere destinati alle pmi fornitrici dell’Ilva. Il provvedimento parla anche di prededucibilità sia per le piccole che per le medie imprese che vantino crediti per lavori svolti per il risanamento ambientale e per assicurare la continuità dell’attività degli impianti produttivi essenziali. Via libera anche allo stop alle cartelle esattoriali e ai versamenti di tributi erariali fino al "20 dicembre 2015" per aiutare gli autotrasportatori e le piccole imprese dell’indotto (escluse in questo caso le medie aziende). In attesa di conoscere maggiori dettagli comunque gli imprenditori non si espongono e attendono con angoscia di capire cosa prevede esattamente per loro il maxi emendamento approvato questo mercoledì.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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