Più di 20 imprese solo in Valle Camonica che danno occupazione a circa un migliaio di persone, temono il fallimento se non otterranno il pagamento per il lavoro svolto negli ultimi due anni per l’Ilva di Taranto.  In Valle Camonica ci sarebbe chi deve riscuotere anche 30 milioni di euro, qualcuno 9 milioni, ma la media dei crediti sarebbe dell’ordine di 200/300 mila euro a testa. Tutte imprese che, nonostante il commissariamento, negli ultimi due anni hanno svolto attività di risanamento ambientale per conto dell’Ilva, poiché in passato il Gruppo Riva aveva sempre provveduto puntualmente ai pagamenti e quando la gestione è passato allo Stato gli imprenditori erano sicuri che le cose non sarebbero cambiate. Niente di più sbagliato invece: in una lettera circolare viene comunicato ai fornitori che, in seguito alla dichiarazione di insolvenza, “in data 21 gennaio il Ministero dello Sviluppo Economico ha ammesso Ilva Spa alla procedura di amministrazione straordinaria.” Si comunica quindi “l’apertura del concorso dei creditori su patrimonio d’impresa, con la conseguenza che tutti i crediti sorti nei confronti di Ilva fino al 20 gennaio 2015 dovranno essere accertati secondo le forme e con le modalità del procedimento di accertamento del passivo previsto.” Inoltre nella circolare viene comunicato che i contratti in essere continuano ad avere esecuzione e eventuali ritardi nei lavori o interruzioni verranno considerati come “inadempienti.” Non solo quindi gli imprenditori temono di non riuscire a riscuotere il pagamento ma si troverebbero anche nell’obbligo di portare a termine i lavori affidati se non vogliono incorrere in sanzioni. Preoccupati per il futuro delle loro aziende e dei loro dipendenti, molti imprenditori bresciani e bergamaschi sono partiti in queste ore alla volta di Roma per prendere parte alla manifestazione di protesta che questo venerdì alle 14.00 si svolgerà davanti a Montecitorio. In piazza ci saranno gli autotrasportatori dell’indotto Ilva che sono alla quarta settimana di mobilitazione e rivendicano il pagamento dei crediti vantati nei confronti del Siderurgico. Con loro anche i vertici di Confindustria Taranto e molte ditte d’appalto, comprese quelle bresciane e bergamasche. Ad accoglierle, il parlamentare camuno della Lega Nord Davide Caparini che si è fatto portavoce delle loro istanze affinché il Governo ponga rimedio e trovi al più presto una soluzione ad un problema che potrebbe avere conseguenze gravissime sul piano occupazionale.

dal giornale online: Più Valli TV – News
Leggi tutto: http://ift.tt/1KOvkbw

Rispondi