Riforma sanitaria e salute nell’Alto Sebino, confermata l’aggregazione di Lovere all’area e dell’Alto Sebino nell’area bergamasca (la decisione sarebbe stata comunicata nei giorni scorsi da diversi consiglieri regionali). Detto questo la CGIL del territorio, sempre attenta al tema, interviene nel dibattito auspicando che si cominci ad affrontare i contenuti della proposta di riforma, indicando le scelte che dovranno essere fatte per salvaguardare e qualificare i servizi sanitari e sociosanitari dell’Alto Sebino. Secondo la CGIL camuno-sebina, infatti, che sulla questione è intervenuta ufficialmente in queste ore con un comunicato stampa, il distretto Sociosanitario e il Presidio Ospedaliero di Lovere sono stati e continuano ad essere un prezioso ed insostituibile riferimento per la salute dei cittadini dell’Alto Sebino. Tutto questo anche grazie all’azione congiunta delle istituzioni e delle forze sociali. Questa strada, secondo la CGIL; ancora oggi è quella da percorrere.
IL SINDACATO INCONTRA GLI AMMINISTRATORI
Nei giorni scorsi, infatti, i vertici del sindacato hanno incontrato gli amministratori locali e gli hanno chiesto di promuovere un lavoro che non si limitasse a rivendicare l’appartenenza geografica. Ecco dunque che, sempre secondo la CGIL, per l’Alto Sebino va proposto un modello per migliorare la cura territoriale dei servizi sanitari e sociosanitari. Nel contempo, la CGIL chiede a Regione Lombardia di non limitarsi ad una audizione nella quale raccogliere le osservazioni, ma di consentire al territorio di conoscere e di valutare ciò che effettivamente la Regione stessa intenderebbe realizzare e con quali risorse. Per questa ragione sono state sollecitate le istituzioni a farsi promotrici di un invito al relatore del disegno di Legge, consigliere regionale Rizzi, affinché venga nell’Alto Sebino a confrontarsi con le istanze locale.
LE PROPOSTE PER IL TERRITORIO
Con queste premesse e presupposti, le questioni vanno ovviamente ben oltre la scelta di chiudere o di aprire le porte alla Valle Camonica. Occorre infatti prendere atto che la “continuità territoriale” per l’Alto Sebino, in ragione della sua collocazione geografica, obbligherà a scelte che non potranno prescindere da quanto avverrà negli altri luoghi circostanti: dalla Valle Camonica al bacino lacustre, dalla Val Cavallina alla media ed alta Valle Seriana. In questo senso, sostiene la CGIL, il rapporto con la Valle Camonica, pur mantenendo l’Alto Sebino un diverso riferimento geografico, andrebbe considerato e sviluppato come una positiva opportunità da perseguire. Il comunicato della CGIL si conclude con un appello alle altre Organizzazioni Sindacali di intraprendere da subito un percorso unitario, mentre alle istituzioni locali chiede di raccogliere e di coordinare tutto il patrimonio di competenze e di rappresentanza sociale e professionale per essere come sempre all’altezza dei bisogni dei cittadini.
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